Quella scuola da libro «Cuore»
Un edificio scolastico imponente, che domina il centro di Bisceglie da circa novant’anni. Nelle sue aule hanno frequentato le “elementari” migliaia di alunni, di diverse generazioni. L’“Edmondo De Amicis” fu il primo ad essere costruito nella storia dell’edilizia scolastica di Bisceglie, un’opera vanto del fascismo che fu inizialmente dedicata ad Anna di Crollalanza, prima di cedere il passo nel ‘47 all’autore del libro “Cuore”. La sua funzione durò un decennio, per poi essere requisito ed utilizzato temporaneamente fino al 1946 come ospedale militare, in cui trovarono ricovero 3.953 militari civili.
Ma ripercorriamo la lunga e travagliata storia dell’“Edifizio scolastico”.
L’ESTATE DEL 1920
Si era nell’estate del 1920 quando a Bisceglie si manifestava per i disagi causati dalla mancanza di aule scolastiche adeguate ed agibili. Gli ambienti utilizzati, ovvero i locali di ex conventi, erano invivibili. Tutto ciò̀ portava alla riduzione delle ore di lezione. Inoltre, le suppellettili ed i pochi arredi scolastici erano ridotti ad uno stato pietoso.
Una Commissione di insegnanti della sezione dell’Unione Nazionale Magistrale, presieduta dal presidente prof. Antonio Abbate (fratellastro di Biagio celebre maestro di banda) e formata da sua moglie Ginevra Montuori e dai signori Riccardo ed Edoardo Monterisi, L’Erario, Saverio Zingarelli, Simone, Monopoli e Tortora, si recò dal Commissario Prefettizio, Pietro Calicchio, per sollecitarlo a ripescare un progetto redatto nel 1914 dall’ing. Gaetano Ventrella e poi accantonato a causa dell’avvento della prima guerra mondiale (fu incaricato per la stessa opera anche l’ing. biscegliese Mauro Albrizio) per la costruzione di un edificio scolastico.
Tale progetto comprendeva 40 aule “con tutti gli accessori moderni e consigliati dall’igiene” e fu approvato dal Regio Provveditore, dalla Deputazione provinciale scolastica, dal medico provinciale D’Agostino e dall’Ufficio del Genio Civile che “lo definì̀ troppo elegante e si oppose a che la spesa per la costruzione delle due strade di accesso fosse a carico dello Stato anziché del Comune”.
IL PROGETTO
Nel 1924 il Ministero della Pubblica Istruzione fece dei rilievi al progetto e la spesa preventivata in un primo momento di 2.260.000 lire fu ridotta a 1.760.000 lire. Nel 1925 il Comune si attivò per ottenere un mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti su interessamento del cav. Magnifico e del direttore didattico prof. Alfonso Buonpensiere. Si evidenziava, tuttavia, che nel 1914, quando il progetto fu redatto, c’era una popolazione scolastica di 1.200 alunni mentre nell’anno ‘25 era salita a 2.264 alunni della scuola dell’obbligo. Quindi le 23 aule progettate erano insufficienti, considerato che a fronte nel ‘25 erano funzionanti in totale 67 classi (32 maschili, 31 femminili e 4 miste). L’ubicazione prevista per il nuovo edificio scolastico fu il rione Misericordia, sul prolungamento della strada che si collegava coi “casotti” in cui si vendeva la verdura. Il 25 agosto 1930 si svolse la cerimonia di posa della prima pietra dell’edifico scolastico in via XXIV Maggio, alla presenza del podestà e di altre autorità. Nella pietra calata nello scavo con l’argano fu racchiusa una pergamena con il seguente messaggio: “Regnando Sua Maestà Vittorio Emanuele III, primo ministro Sua Ecc.za Benito Mussolini, fulcro di civiltà, che si spande nei secoli, per la grandezza dell’Italia, sorge, questo primo Edifizio Scolastico, per fermo volere del podestà cav. Francesco Mazzilli, fedele interprete del pensiero fascista e dei disegni del suo paese. Bisceglie XXV agosto MCMXXX - Anno VIII dell’Era Fascista”.
Per desiderio di don Vincenzo Caputi, preside del Ginnasio, fu racchiusa una medaglia della Conciliazione. La benedizione fu impartita dall’arciprete Domenico Minutillo. I lavori di costruzione furono ultimati nel 1931 su progetto dell’ing. Luigi Buttiglione, che ricoprì anche l’incarico di direttore dei lavori. Egli fu capo dell’ufficio tecnico comunale e progettista del campo sportivo “Littorio” e della Basilica di San Giuseppe. L’edificio fu denominato “Anna Di Crollalanza” ed inaugurato il 28 ottobre 1931 con una solenne cerimonia.
IL PRIMO ANNO
Nel primo anno scolastico presero servizio 58 insegnanti, sotto la direzione dell’integerrimo prof. Francesco Schettini.
Nel 1941 il capiente edificio fu adibito ad ospedale militare. Alla sua restituzione le aule si presentarono con circa il 50% delle suppellettili devastate. Nell’estate del 1949, dal 25 al 28 luglio, Giuseppe Dossetti, uno dei padri della democrazia e della Costituzione italiana, scelse queste aule di Bisceglie per tenere un corso di formazione. Il 23 maggio 1957 il direttore didattico governativo dott. Tommaso Fanelli relazionò al Comune che a Bisceglie le scuole elementari erano costituite da 92 classi con una popolazione scolastica di 4.700 alunni, tutti sistemati in 33 aule dell’edificio “De Amicis” ed in 16 locali di fortuna. Tra questi ultimi, sin dal 1 ottobre 1955, c’erano quelli in locazione in via Vecchia Corato per le scuole rurali nel rione Monsignore (Sant’Andrea I e Sant’Andrea II) con i fanciulli delle due prime classi residenti nel rione popoloso staccato dal resto dell’abitato dalla ferrovia, per evitare di rendere pericolosa l’incolumità dei piccoli nel caso dovessero recarsi all’edificio in via XXIV Maggio. La situazione precaria delle strutture scolastiche a Bisceglie dominò il dibattito politico nel 1959. L’assessore alla pubblica istruzione, Vittoria Cramarossa, denunciò al Provveditorato agli Studi di Bari che le 16 classi della scuola media statale formate da 354 iscritti (144 femmine) e le 14 classi con 431 iscritti dell’Avviamento Professionale statale ad indirizzo industriale erano allocate rispettivamente in locali angusti, inadatti ed umidi dell’Opera Pia “Bombini” e dell’ex Mensa vescovile. Insufficienti erano gli edifici scolastici elementari per cui si era costretti a praticare il doppio o triplo turno di lezioni.
NUOVE AULE
L’assessore, inoltre, relazionò che vi era la necessità di costruire aule nei rioni periferici per raccogliere i fanciulli di tali zone dove mancava persino l’acqua e di istituire scuole d’arte, marittima e secondaria di tipo agrario. Rilevante fu in quell’anno a Bisceglie il numero degli inadempienti all’obbligo scolastico: 702. La direttrice didattica della “De Amicis” nel 1960 fu Stella Magrone. Le subentrarono Antonio Nappi nel 1964 e Damiano Abbattista nel 1967 che segnalò al Comune l’inadempienza all’obbligo scolastico di n. 66 alunni.
Nel 1964 l’assessore comunale alla pubblica istruzione Girolamo Di Gregorio relazionò al sindaco che la “De Amicis” non aveva ormai aule sufficienti per accogliere tutte le classi: cinque erano dislocate presso l’orfanotrofio “dott. Pietro Bombini”, quattro classi in via Trento n. 1/a (102 mila lire di canone annuo) ed una per l’insegnamento differenziale in via Monte San Michele in un locale di proprietà della Banca Popolare di Bisceglie (240 mila lire annui). Come dirigenti scolastici si sono susseguiti più recentemente i biscegliesi Elisa Porcelli, Donato Cocola, Antonio Bombini, Giuseppe Tedeschi e Marialisa Di Liddo dall’anno scolastico 2019-20.
Nel giugno 2011 la palestra della storica scuola elementare “De Amicis” fu intitolata a Peppino Impastato, testimone di legalità trucidato dalla mafia nel 1978. La storia del I Circolo didattico continua.